Appuntamento davvero variato quello proposto
dalla redazione del quindicinale « Il Diavolo » sabato sera a Mendrisio: un momento dove musica etnica, divertimento e brani
d'autore si sono incontrati in un unico appuntamento. di SANDRO RUSSO
Merito non solo di Pippo
Pollina, artista principe della serata, ma anche della bravura del gruppo Pizzicamore e di qualche piacevole imprevisto «
calcolato » . I Pizzicamore sono un gruppo di recente costituzione; composto da quattro elementi, sono stati loro ad aprire
la serata, dando vita ad un momento musicale davvero originale, almeno per le nostre latitudini. Il « pizzica- pizzica
» è la tarantella, chiamata così nella regione italiana del Salento; armati di tamburelli, violini, bouzuki e nacchere, hanno
coinvolto un pubblico inizialmente un po stranito, ma che poi si è lasciato andare scandendo linevitabile ritmo venutosi a
creare. La tarantella è una danza che prende il nome dalla tarantola: nata con fini terapeutici, serviva a lenire il dolore
e la malinconia del morso dato dal ragno. Terminato il primo appuntamento, lo spettacolo è proseguito con un siparietto ironico
inscenato da Sergio Savoia e Marco Baudino e da un intermezzo musicale con un giovane chitarrista. Per poter ascoltare
l'artista di origine siciliana, si è dovuti attendere sino alle ventidue, ora in cui le tastiere e le chitarre hanno iniziato
a farsi sentire dal palco del Mercato Coperto. Pollina è venuto diverse volte in Ticino, almeno una volta all'anno ci ha reso
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della sua musica d'autore, impregnata
a volte di rock, altre volte di ritmi mediterranei. Per questa occasione era accompagnato solo da due dei quattro componenti
della Palermo Acoustic Band: Enzo Messina allaccordeon e tastiere ed Enzo Sutera alla chitarra. La dimensione del piccolo
« live » era dunque semplice ed acustica, basata principalmente sulle qualità dei musicisti. È stato un Pollina che ha parlato
molto, esternando i suoi pensieri e le sue storie; tra le canzoni presentate impossibile non citare « Il giorno del falco
» , « I cento passi » che attinge dall'omonima pellicola oppure la nuova ed ironica « La pioggia di Vancouver » , che prendendo
spunto dall'incredibile voglia di fresco che tutti avevamo quest'estate, parla dei cambiamenti dei tempi, e non solo quelli
legati alle stagioni, ma anche da quelli scanditi dallo scorrere degli anni e delle abitudini. Interessante anche la
storia legata al brano « Libertango » di Astor Piazzolla interpretata dai tre artisti: difficile immaginare che il « bandoneon
» , strumento simile alla fisarmonica ed elemento principale del tango, ha in realtà origini tutt'altro che sudamericane:
prende infatti il suo nome dal suo creatore, un musicista germanico. Circa due ore di buona musica, esternata con la semplicità
a cui Pippo Pollina ha abituato il suo pubblico; decisamente interessante però anche l'inizio dei « Pizzicamore » , dotati
di bravura e carisma.
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